Incipit
Capitolo 1

Incipit
La bottiglia nel messaggio
Avete presente il mare d’inverno? No, forse non lo avete presente. Il mare d’inverno è molto diverso da come è d’estate. Prima di tutto è freddo e non ci puoi fare il bagno. Poi c’è la sabbia, è vero: ma se d’estate è tutta d’oro, calda e così secca e asciutta che quando ci metti i piedi dentro fai spouf!, d’inverno è grigina, umidiccia, molto dura. Sembra quasi terra di montagna.
Infine d’estate il mare è divertente: ci sono i gelati, i giochi, i castelli, le pistole ad acqua e tanti bambini con cui poter giocare. D’inverno il mare è noioso.
“Una noia mondiale”
“Una noia galattica”
“Una noia cosmica”
Così dicono Mamadou (per gli amici Dou) e Teresa (per tutti Terry) mentre da una camera dell’hotel Astoria guardano la spiaggia durante un freddo giorno di novembre. Sono lì perché sia il papà di Terry che la mamma di Dou lavorano nel turismo e, proprio a Rimini, ogni anno, si tiene un’importante e lunga fiera a cui tutti devono partecipare. Per motivi diversi, che non so se vi posso raccontare, sia Terry che Dou non sono potuti restare a casa e quindi eccoli lì all’hotel Astoria a novembre.
Essendo gli unici due bambini in tutto l’albergo, avendo circa stessa età (Dou fa la quarta e Terry la quinta), hanno subito fatto subito amicizia ma, dopo aver parlato un po’ delle cose gli piacevano, dopo essersi raccontati i loro cartoni preferiti, dopo aver corso un po’ per l’hotel, con mamma e papà sempre in riunione, hanno iniziato a fare quello che stanno facendo anche mentre stiamo scrivendo questa storia: annoiarsi terribilmente.
La noia, si sa, aguzza l’ingegno, o quantomeno la fantasia e quindi, a un certo punto, Terry ha un’idea: “Andiamo in spiaggia?”
“Ma a fare cosa? Non si può fare il bagno!” dice Dou perplesso.
“Beh, magari ci sono le conchiglie. Prendiamo le conchiglie e poi ci facciamo dei bracciali, o scegliamo e più belle.”
“Terry, ma ci lasceranno andare da soli?”
“Chiediamo a mio papà!”
Dou non ha tanta voglia di andare in spiaggia: anche prendesse tutte le conchiglie dell’intero oceano non saprebbe che farsene. Però stare a guardare il vuoto in camera, con la televisione dell’albergo che non ha nemmeno YouTube, gli piace ancora meno. Quindi -va beh- accetta.
Terry intanto è andata dal papà e gli ha spiegato la situazione. Il papà, appena rientrato dall’ennesima riunione, le dice che va bene, purché si facciano accompagnare da qualcuno.
“Sacripante!” dice Terry.
“Chi?” Chiede il papà.
Dunque. Dovete sapere che ogni albergo ha almeno una persona che ha i capelli bianchi, vuole bene ai bambini come un vecchio zio e ha un po’ più di tempo libero degli altri. Alcuni bambini, specie quelli con l’età di Terry e Dou, spesso li riconoscono subito questi amici speciali. L’hotel Astoria ha il signor Sandro. È un omone grosso, con i capelli corti e bianchi, la barba appena appena accennata e due grandi braccia che finiscono con delle mani così forti che riesce ad aprire una noce semplicemente stringendola nel pugno. Terry e Dou quando glielo hanno visto fare sono rimasti a bocca aperta. Ma soprattutto il signor Sandro, quando deve sottolineare qualcosa di molto bello o molto divertente o anche solo una sorpresa, esclama “SACRIPANTE!”. E si sbatte una mano sulla gamba facendo un sonoro PAF! Quindi per Terry e Dou, il signor Sandro è diventato subito il signor Sacripante. Anzi, Sacripante e basta.
Sacripante ha un cane, piccolino di razza trovatello, che si chiama Pequod.
“Che strano nome che ha il cagnolino! Che significa?” Aveva chiesto Dou appena conosciuto il cagnolino.
“È una storia lunga” aveva risposto Sacripante.
Ma torniamo a noi.
Siamo sulla spiaggia, c’è il mare d’inverno tutto scuro, tira un certo freddino, di conchiglie ce ne sono pochine. Non ci si diverte molto, salvo Pequod che corre come un pazzo a raccogliere i bastoni che ogni tanto gli lancia Sacripante. A tutti inizia a non sembrare una grande idea. A un certo punto, però, qualcosa succede. Terry dice: “Ehi! EHI! Venite qui!”
Dou è il primo ad arrivare e la vede. È una specie di foglio. Ma non è proprio un foglio.
“È una pergamena” dice Dou. “Ne ho vista una in un museo quando ci sono andato con mamma lo scorso fine settimana”
“E che ci fa qua una pergamena?”
“Non lo so… aprila però!”
Terry prende il foglio, è legato con un laccetto di cuoio e con un nodo strettissimo. Quando lo apre, Terry vede qualcosa di davvero inatteso: disegnata sulla pergamena c’è una bottiglia. Anzi, un pezzo di una bottiglia.
“Allora, che cos’è?” Chiede Dou.
“Una bottiglia dentro a un messaggio” risponde Terry perplessa.
“Ma non dovrebbe essere il messaggio dentro a una bottiglia?”
“Eh!” Dice Terry perché non sa che altro rispondere
“Facciamolo vedere a Sacripante!” suggerisce Dou.
Corrono da lui con la pergamena in mano. Appena la vede, l’omone non riesce a trattenere la sorpresa.
“Sacripante!” Esclama, sbattendosi la mano sulla gamba con particolare forza. “Che io sia folgorato da Giove pluvio in persona se questa non è una mappa!”.
“Una cosa?”
“Una mappa! Una mappa del tesoro!” dice Sacripante scrutando il foglio.
“Un tesoro? Come quello dei pirati?” Esclama Dou emozionato.
“Ma che dici! Non ci sono pirati in Italia, Dou! Mica siamo ai Caraibi!” Lo rimprovera Terry che si ricorda di un documentario visto con la mamma qualche settimana prima proprio sui pirati dei Caraibi.
“Pirati, no” Dice Sacripante. “Ma marinai, sì”.
L’omone a quel punto si solleva la manica destra del suo maglione e mostra ai ragazzi qualcosa di ancora più sorprendente del mare, del cagnolino e persino della pergamena.
Sull’avambraccio dell’uomo, muscoloso e abbronzato, c’è un grande tatuaggio a forma di ancora di nave.
Intorno all’ancora i nomi di luoghi che Teresa e Mamadou non hanno mai sentito nominare: Busan, Jebel Ali, Tanjung, Long Beach.
“Sacripante ma tu eri…” inizia a dire Dou, ma l’uomo taglia corto.
“Ero, ero. E diamine se proprio perché sono stato, non riconosco una mappa del tesoro!”
“Ma qui c’è solo il collo della bottiglia disegnato.” Dice Terry
“È perché questa è una mappa in più parti. Dobbiamo trovare le altre!” Esclama Sacripante.
“E dove andiamo?” Chiede Dou.
“Da Bombarda, al porto. Lui è la persona giusta” dice Sacripante che, con un fischio, richiama Pequod. I tre si avviano verso il porto mentre, nell’aria, inizia a scendere una pioggerellina sottile.
La loro avventura alla scoperta della bottiglia nel messaggio, è appena iniziata.
Avete presente il mare d’inverno? No, forse non lo avete presente. Il mare d’inverno è molto diverso da come è d’estate. Prima di tutto è freddo e non ci puoi fare il bagno. Poi c’è la sabbia, è vero: ma se d’estate è tutta d’oro, calda e così secca e asciutta che quando ci metti i piedi dentro fai spouf!, d’inverno è grigina, umidiccia, molto dura. Sembra quasi terra di montagna.
Infine d’estate il mare è divertente: ci sono i gelati, i giochi, i castelli, le pistole ad acqua e tanti bambini con cui poter giocare. D’inverno il mare è noioso.
“Una noia mondiale”
“Una noia galattica”
“Una noia cosmica”
Così dicono Mamadou (per gli amici Dou) e Teresa (per tutti Terry) mentre da una camera dell’hotel Astoria guardano la spiaggia durante un freddo giorno di novembre. Sono lì perché sia il papà di Terry che la mamma di Dou lavorano nel turismo e, proprio a Rimini, ogni anno, si tiene un’importante e lunga fiera a cui tutti devono partecipare. Per motivi diversi, che non so se vi posso raccontare, sia Terry che Dou non sono potuti restare a casa e quindi eccoli lì all’hotel Astoria a novembre.
Essendo gli unici due bambini in tutto l’albergo, avendo circa stessa età (Dou fa la quarta e Terry la quinta), hanno subito fatto subito amicizia ma, dopo aver parlato un po’ delle cose gli piacevano, dopo essersi raccontati i loro cartoni preferiti, dopo aver corso un po’ per l’hotel, con mamma e papà sempre in riunione, hanno iniziato a fare quello che stanno facendo anche mentre stiamo scrivendo questa storia: annoiarsi terribilmente.
La noia, si sa, aguzza l’ingegno, o quantomeno la fantasia e quindi, a un certo punto, Terry ha un’idea: “Andiamo in spiaggia?”
“Ma a fare cosa? Non si può fare il bagno!” dice Dou perplesso.
“Beh, magari ci sono le conchiglie. Prendiamo le conchiglie e poi ci facciamo dei bracciali, o scegliamo e più belle.”
“Terry, ma ci lasceranno andare da soli?”
“Chiediamo a mio papà!”
Dou non ha tanta voglia di andare in spiaggia: anche prendesse tutte le conchiglie dell’intero oceano non saprebbe che farsene. Però stare a guardare il vuoto in camera, con la televisione dell’albergo che non ha nemmeno YouTube, gli piace ancora meno. Quindi -va beh- accetta.
Terry intanto è andata dal papà e gli ha spiegato la situazione. Il papà, appena rientrato dall’ennesima riunione, le dice che va bene, purché si facciano accompagnare da qualcuno.
“Sacripante!” dice Terry.
“Chi?” Chiede il papà.
Dunque. Dovete sapere che ogni albergo ha almeno una persona che ha i capelli bianchi, vuole bene ai bambini come un vecchio zio e ha un po’ più di tempo libero degli altri. Alcuni bambini, specie quelli con l’età di Terry e Dou, spesso li riconoscono subito questi amici speciali.
L’hotel Astoria ha il signor Sandro. È un omone grosso, con i capelli corti e bianchi, la barba appena appena accennata e due grandi braccia che finiscono con delle mani così forti che riesce ad aprire una noce semplicemente stringendola nel pugno. Terry e Dou quando glielo hanno visto fare sono rimasti a bocca aperta. Ma soprattutto il signor Sandro, quando deve sottolineare qualcosa di molto bello o molto divertente o anche solo una sorpresa, esclama “SACRIPANTE!”. E si sbatte una mano sulla gamba facendo un sonoro PAF! Quindi per Terry e Dou, il signor Sandro è diventato subito il signor Sacripante. Anzi, Sacripante e basta.
Sacripante ha un cane, piccolino di razza trovatello, che si chiama Pequod.
“Che strano nome che ha il cagnolino! Che significa?” Aveva chiesto Dou appena conosciuto il cagnolino.
“È una storia lunga” aveva risposto Sacripante.
Ma torniamo a noi.
Siamo sulla spiaggia, c’è il mare d’inverno tutto scuro, tira un certo freddino, di conchiglie ce ne sono pochine.
Non ci si diverte molto, salvo Pequod che corre come un pazzo a raccogliere i bastoni che ogni tanto gli lancia Sacripante. A tutti inizia a non sembrare una grande idea. A un certo punto, però, qualcosa succede. Terry dice: “Ehi! EHI! Venite qui!”
Dou è il primo ad arrivare e la vede. È una specie di foglio. Ma non è proprio un foglio.
“È una pergamena” dice Dou. “Ne ho vista una in un museo quando ci sono andato con mamma lo scorso fine settimana”
“E che ci fa qua una pergamena?”
“Non lo so… aprila però!”
Terry prende il foglio, è legato con un laccetto di cuoio e con un nodo strettissimo. Quando lo apre, Terry vede qualcosa di davvero inatteso: disegnata sulla pergamena c’è una bottiglia. Anzi, un pezzo di una bottiglia.
“Allora, che cos’è?” Chiede Dou.
“Una bottiglia dentro a un messaggio” risponde Terry perplessa.
“Ma non dovrebbe essere il messaggio dentro a una bottiglia?”
“Eh!” Dice Terry perché non sa che altro rispondere
“Facciamolo vedere a Sacripante!” suggerisce Dou.
Corrono da lui con la pergamena in mano. Appena la vede, l’omone non riesce a trattenere la sorpresa.
“Sacripante!” Esclama, sbattendosi la mano sulla gamba con particolare forza. “Che io sia folgorato da Giove pluvio in persona se questa non è una mappa!”.
“Una cosa?”
“Una mappa! Una mappa del tesoro!” dice Sacripante scrutando il foglio.
“Un tesoro? Come quello dei pirati?” Esclama Dou emozionato.
“Ma che dici! Non ci sono pirati in Italia, Dou! Mica siamo ai Caraibi!”
Lo rimprovera Terry che si ricorda di un documentario visto con la mamma qualche settimana prima proprio sui pirati dei Caraibi.
“Pirati, no” Dice Sacripante. “Ma marinai, sì”.
L’omone a quel punto si solleva la manica destra del suo maglione e mostra ai ragazzi qualcosa di ancora più sorprendente del mare, del cagnolino e persino della pergamena.
Sull’avambraccio dell’uomo, muscoloso e abbronzato, c’è un grande tatuaggio a forma di ancora di nave.
Intorno all’ancora i nomi di luoghi che Teresa e Mamadou non hanno mai sentito nominare: Busan, Jebel Ali, Tanjung, Long Beach.
“Sacripante ma tu eri…” inizia a dire Dou, ma l’uomo taglia corto.
“Ero, ero. E diamine se proprio perché sono stato, non riconosco una mappa del tesoro!”
“Ma qui c’è solo il collo della bottiglia disegnato.” Dice Terry
“È perché questa è una mappa in più parti. Dobbiamo trovare le altre!” Esclama Sacripante.
“E dove andiamo?” Chiede Dou.
“Da Bombarda, al porto. Lui è la persona giusta” dice Sacripante che, con un fischio, richiama Pequod. I tre si avviano verso il porto mentre, nell’aria, inizia a scendere una pioggerellina sottile.
La loro avventura alla scoperta della bottiglia nel messaggio, è appena iniziata.

Capitolo 1
La storia continua
Si! La storia continua, corri non perdere tempo! Vai alla lettura del fantastico primo capitolo. Scegli la scuola: